Adattarsi
all'internalizzazione dell'economia
e alla multiculturalità delle
società
“L'esperienza all’estero, considerando
l'internazionalizzazione dell'economia» dice Gatti. «Corsi e
master nel
curriculum? Possono essere richiesti,
visto che il
livello generale di
preparazione è cresciuto, anche se poi le
mansioni potranno non
corrispondere agli studi». Anche le università, per esempio,
mirano ad
adattarsi ai cambiamenti di mercato e
società. «Cambiano in parte anche
i test di ammissione alle università,
riflettendo le nuove nozioni
richieste: ci sono domande di inglese e informatica, considerate
conoscenze di base da molti
atenei, così come nei
concorsi” dice Renato
Siroll di Alpha Test, società che si occupa di preparazione per
prove a
test.
Pensare in cinese
Nel
2050
la lingua madre più parlata sarà il
cinese, come già oggi. Seguito da hindi e urdu (parlate in India e
Pakistan), e arabo, sempre più
diffusi. Poi inglese (ora secondo) e
spagnolo. La
proiezione, fatta sui giovani tra 15 e 24 anni nel 2050,
segna la diversa crescita delle popolazioni. Ma non soltanto per questo sarà utile sapere
queste lingue. “L'importanza economica della Cina e i rapporti con
questo Paese di un miliardo e 300 milioni di persone sono in rapidissima
crescita. Conoscere il cinese servirà sempre più. Non
solo a chi va in Cina per affari, ma anche per
accogliere i
nuovi, ricchi turisti cinesi che arriveranno in Italia”
avverte Alessandra
Lavagnino,
presidente del corso di
laurea in
Mediazione linguistica dell'Università di Milano. Senza contare che
il cinese sarà importante
anche su Internet: “I suoi ideogrammi
si adattano bene alle
esigenze di
rapidità e di
concisione del
Web”
sostiene Saffo. Ma l'inglese non
sparirà:
sarà usato come "lingua franca" in un mondo sempre più
multilingue.
Altre religioni, altri
cibi
Facciamo affari con la Cina. E nelle scuole, accanto ai
ragazzi italiani studiano bambini filippini, sudamericani, cinesi.
“Le migrazioni continueranno,
mentre la popolazione europea "invecchia":
le nostre società saranno sempre più
multiculturali” sostiene
Eleonora Barbieri Masini, studiosa di
previsione sociale, ex presidente della
Federazione
mondiale studi
sul futuro. “Per convivere senza
conflitti,
quindi, bisogna conoscersi. A cominciare dalla religione. Ma anche
sperimentando le
diverse cucine "etniche" o i negozi con prodotti dal
mondo, che possiamo imparare a usare. Questa apertura serve
al manager che viaggia all'estero, così come a chi vive in Paesi dove si è formata una comunità
straniera”.
Sapere che per i giapponesi è
disdicevole
soffiarsi il naso in
pubblico, almeno quanto lo è per noi il ruttare,
potrebbe diventare importante. Oggi siamo comunque
obbligati a guardare
fuori dei nostri
confini. “Ciò che accade dall'altra parte del
pianeta ha conseguenze
per noi, nell'economia o nella politica: la conoscenza delle altre culture è un requisito per
essere "cittadini del
mondo" dice
Barbieri Masini. |